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Sacchi Arrigo

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Sacchi Arrigo

Carriera

Arrigo Sacchi
Arrigo Sacchi.jpg
Arrigo Sacchi nel 2007.
   
Dati biografici
Nazionalità Italia Italia
Calcio Football pictogram.svg
Dati agonistici
Ruolo Allenatore
Carriera
Carriera da allenatore
1977-1982 Cesena Cesena Primavera
1982-1983 Rimini Rimini  
1983-1984 Fiorentina Fiorentina Giovanili
1984-1985 Rimini Rimini  
1985-1987 Parma Parma  
1987-1991 Milan Milan  
1991-1996 Italia Italia  
1996-1997 Milan Milan  
1998-1999 Atletico Madrid Atlético Madrid  
2001 Parma Parma  
Palmarès
W.Cup.svg  Mondiali di calcio
Argento Stati Uniti 1994
1 Dati relativi al solo campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate all'11 maggio 2007

 

Arrigo Sacchi (Fusignano, 1º aprile 1946) è un ex allenatore di calcio italiano. Commissario tecnico della Nazionale italiana vice Campione del mondo ai Mondiali di calcio del 1994.

Dal 4 agosto 2010 svolge il ruolo di Coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili, dalla Under 21 alla Under 16. Nel settembre 2007, il Times lo ha nominato miglior allenatore italiano di tutti i tempi, e 11º in assoluto a livello mondiale.[1

Carriera

Allenatore

Gli esordi

Da ragazzo Sacchi giocava come difensore in squadre dilettantistiche, mentre lavorava nell'azienda di calzature del padre e successivamente ricoprì il ruolo di allenatore del Fusignano (2^ categoria), dell'Alfonsine (Promozione) e del Bellaria (serie D). A 31 anni, nel 1977, decise di iniziare ad allenare. Nel 1982 conquistò con la squadra giovanile del Cesena lo scudetto Primavera. Decise di lasciare il lavoro per dedicarsi totalmente al calcio. Alberto Rognoni, fondatore del Cesena, lo presentò a Italo Allodi, ottenendo per il suo pupillo l'iscrizione al corso di Coverciano.

Successivamente Arrigo Sacchi venne chiamato da Dino Cappelli, presidente del Rimini, per guidare la squadra in Serie C1. Dopo un anno andò ad allenare le giovanili della Fiorentina. Italo Allodi lo mandò ad allenare il Parma (appena retrocesso in Serie C1), per fare qualche anno di esperienza prima di affidargli la squadra gigliata. Sacchi riportò subito i ducali in Serie B e nella stagione 1986-87 salì alla ribalta delle cronache quando eliminò dalla Coppa Italia il Milan vincendo a San Siro. Il suo gioco, basato sulla difesa a zona e sul pressing piacque al presidente dei rossoneri Silvio Berlusconi, che lo volle al Milan.[2]

Il Milan

Arrigo Sacchi durante l'esperienza milanista

Arrivato al Milan, Sacchi impone subito il suo metodo di allenamento. I carichi di lavoro sono pesanti, Sacchi è rigido anche negli orari. I giocatori all'inizio faticano ad adeguarsi ai suoi metodi. A livello tattico decide di schierare il Milan con un rivoluzionario 4-4-2 con Roberto Donadoni che, in quel modulo, svolgeva un ruolo importante tramutandosi, in fase di attacco, da centrocampista esterno a trequartista[3].

Sacchi riuscirà, con il tempo, anche ad influenzare la mentalità calcistica, inculcando nella testa dei propri giocatori il concetto del "calcio totale" dell'Olanda di Cruijff.[2] Nonostante sia conosciuto per il suo calcio offensivo, Sacchi dedicava grande attenzione ai movimenti difensivi, a tal punto che quasi sempre le sue squadre si contraddistinguevano per essere le meno battute a fine campionato: miglior difesa nei campionati 1987-88 (14 gol subiti) e 1990-91 (19 gol subiti), seconda miglior difesa nel 1988-89 (25 gol subiti) e nel 1989-90 (27 gol subiti).

Nella prima stagione, 1987-1988, pur penalizzato per larga parte del campionato da un infortunio occorso a Marco van Basten, il Milan di Sacchi riuscì a superare in campionato il Napoli di Maradona e Careca. Il Milan arrivò allo scontro diretto del San Paolo a un solo punto di distacco dai partenopei, vincendo 3-2: fu l'undicesimo scudetto della storia rossonera, il primo titolo dell'era Berlusconi.

Nel 1988-1989 Sacchi guidò il Milan al 3º posto in campionato alle spalle di Inter e Napoli e condusse il club rossonero alla conquista della sua terza Coppa dei Campioni. Nella semifinale di ritorno della massima competizione europea per club sconfisse il Real Madrid a San Siro per 5-0. Nella finale di Barcellona il Diavolo si impose con un clamoroso 4-0 sulla Steaua Bucarest. Nella stagione 1989-1990, dopo essere stata ad un passo dal vincere tutte le competizioni disponibili, cedette il campionato al Napoli di Maradona.

Arrigo Sacchi e Franco Baresi con la Coppa Intercontinentale vinta dal Milan nel 1989

Alla 33ª giornata, il 22 aprile, mentre il Napoli vinse a Bologna, il Milan, come già nel 1973, fu sconfitto a Verona in un incontro arbitrato da Rosario Lo Bello, autore di quattro espulsioni dei milanisti (Sacchi al 63', Rijkaard all'83', Van Basten all'87' e Costacurta all'89'). A un minuto dal termine dell'incontro il Verona realizzò il gol della vittoria, che consegnò di fatto lo scudetto al Napoli. Pochi giorni dopo il Milan perse anche la finale di Coppa Italia contro la Juventus conquistando poi la seconda Coppa dei Campioni consecutiva (la quarta nella storia della società milanese), superando a Vienna il Benfica per 1-0.

Il trofeo si aggiunse alla Coppa Intercontinentale, vinta a dicembre contro i colombiani del Nacional Medellin e alla Supercoppa d'Europa, vinta contro il Barcellona. Nel 1990-1991 i rossoneri si mantennero ai vertici del campionato, ottenendo il secondo posto ex aequo con l'Inter dietro alla Sampdoria scudettata. L'eliminazione del Milan in Coppa dei Campioni ad opera dell'Olympique Marsiglia, ed i dissapori con alcuni giocatori spinsero Sacchi ad abbandonare il Milan, che lo sostituì con il quasi esordiente Fabio Capello.[4]

Anche in quell'anno Sacchi vinse altre due competizioni internazionali: la Coppa Intercontinentale (3-0 contro l'Olimpia Asunción) e la Supercoppa Europea contro la Sampdoria. Da allenatore del Milan, ha vinto complessivamente uno Scudetto, una Supercoppa italiana, due Coppe dei campioni, due Supercoppe europee e due Coppe Intercontinentali.

Nel 2006 la rivista internazionale France Football ha nominato il Milan di Arrigo Sacchi migliore squadra del mondo del dopoguerra.[5] L'anno seguente la rivista inglese World Soccer, ha ribadito quanto scritto dal periodico francese nominando il Milan di Sacchi (in particolare quello della stagione 1988-1989) la squadra di club più forte di tutti i tempi, nonché la quarta migliore di sempre in assoluto, dietro a: Brasile '70, Ungheria '54 e Olanda '74.[6][7]

La Nazionale italiana

Nel 1991 Sacchi fu assunto alla guida della Nazionale italiana. Azeglio Vicini perse il posto dopo la mancata qualificazione per gli Europei 1992 e Sacchi poté quindi utilizzare le ultime partite di qualificazione per gli Europei come test. Sacchi guidò la Nazionale per la prima volta il 13 novembre 1991, con un 1-1 sulla Norvegia e poi 2-0 alla squadra di Cipro. La sua gestione del gruppo azzurro, nonostante buoni risultati, creò molte polemiche a causa delle diverse esclusioni eccellenti effettuate nel tempo dal CT, tra cui R.Baggio, Zenga e Vialli, e divise l'opinione pubblica tra i sostenitori della politica di Sacchi e i detrattori che lo accusavano di essere un accentratore.

La prima competizione fu la USA Cup 1992, un piccolo torneo che doveva servire alla federazione americana come prova per i Mondiali di due anni dopo. L'Italia pareggiò 0-0 con il Portogallo, vinse 2-0 sull'Irlanda e pareggiò 1-1 con i padroni di casa consegnando loro il trofeo. Nell'ottobre del 1992 le qualificazioni mondiali iniziano con un 2-2 contro la Svizzera, uno 0-0 alla Scozia, un 2-1 contro Malta, un 3-1 al Portogallo, una goleada a Palermo contro Malta (6-1), un 2-0 all'Estonia e poi una sconfitta contro la Svizzera per 0-1; il 3-0 all'Estonia seguito dalle vittorie per 3-1 sulla Scozia e per 1-0 sul Portogallo garantirono l'accesso al Mondiale americano.

Nel 1994 l'Italia ottenne la finale ai Mondiali statunitensi, dopo aver eliminato la Nigeria agli ottavi, al termine di una partita tesissima giocata sotto un sole cocente e caratterizzata dalla tanto attesa rinascita calcistica di un Roberto Baggio fino a quel momento in difficoltà, la Spagna ai quarti, con un altro goal di Baggio allo scadere, e la Bulgaria in semifinale, con un'altra doppietta del fuoriclasse della Juventus; tutte e tre le gare furono vinte per 2-1. La finalissima contro il Brasile, una partita bloccata tatticamente e avara di forti emozioni, si concluse sullo 0-0 dopo 120 minuti di gioco: ai rigori vinse il Brasile, e celebre rimase l'ultimo rigore tirato da Roberto Baggio che, spedendo la palla sopra la traversa della porta difesa da Taffarel, consegnò la vittoria alla Seleção.

Dopo il 1994 Sacchi cominciò a formare un nuovo gruppo di giocatori. Dopo due anni di discreto livello, gli azzurri si qualificarono per l'Europeo 1996 dove furono eliminati nel girone iniziale, finendo terzi nel girone di Germania, Rep. Ceca, che alla fine furono le due finaliste, e Russia. Dopo questa manifestazione, rimase CT ad interim per qualche mese in attesa del suo successore.

Le ultime esperienze

Il 6 novembre dello stesso anno, dopo la sconfitta per 2-1 in un'amichevole contro la Bosnia ed Erzegovina giocata a Sarajevo, Sacchi lasciò l'incarico di commissario tecnico della Nazionale per tornare ad allenare il Milan, subentrando in dicembre ad Óscar Tabárez. La stagione del Milan terminò con l'11º posto in campionato. Nel 1998-1999 divenne l'allenatore dell'Atlético Madrid, squadra della Liga spagnola; dopo sette mesi decise di dare le dimissioni.

Terminò così la carriera di Arrigo Sacchi come allenatore. Nel 2001 ricoprì per un breve periodo la carica di allenatore del Parma ma, in seguito a problemi di salute per l'eccessiva tensione nervosa provocatagli dalla sua professione, cambiò mansione, diventando direttore tecnico.[8]

Dirigente

Nel 2001 rivestì l'incarico di direttore tecnico del Parma (riuscendo ad allestire ottime formazioni anche con ridotti budget economici e scoprendo giovani campioni come Alberto Gilardino) e poi, dal 2004 al dicembre del 2005, svolse lo stesso ruolo nel Real Madrid. Il 4 agosto 2010 viene ufficializzata la sua nomina per due anni a Coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili, dalla Under 21 alla Under 16.[9]

 

Opinionista televisivo

Negli anni duemila fu commentatore televisivo per le reti Mediaset. È stato opinionista fisso della trasmissione calcistica di Italia 1 Controcampo. Dal 2008 è opinionista fisso di Mediaset Premium su Premium Calcio. Inoltre ogni giovedì pomeriggio ha uno spazio tutto suo nell'emittente radiofonica romana Radio Radio. Dal 1º luglio 2012 è protagonista della campagna pubblicitaria per la nuova stagione calcistica di Mediaset Premium.

Famoso è rimasto il battibecco avuto come opinionista con Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese, approfittando di un collegamento con lo studio dove era presente Sacchi, gli rinfacciò pesantemente alcune critiche ricevute al tempo della sua militanza al Barcellona e accusò l'ex allenatore di essere invidioso. Sacchi non replicò ai toni forti e alle accuse dello svedese ma non si tirò indietro quando venne il momento di consigliare un po' più di educazione al suo accusatore.

 

Palmarès

Allenatore

Competizioni giovanili

Cesena: 1981-1982

Competizioni nazionali

Parma: 1985-1986
Milan: 1987-1988
Milan: 1988

Competizioni internazionali

Milan: 1988-1989, 1989-1990
Milan: 1989, 1990
Milan: 1989, 1990

Riconoscimenti individuali

1988, 1989

Altri riconoscimenti

Nel 2005, l'Università di Urbino ha conferito a Sacchi la laurea honoris causa in Scienze e Tecniche dell'Attività Sportiva.[2] Nel settembre 2007, il Comune di Fusignano ha allestito presso il Museo Civico San Rocco una mostra su Arrigo Sacchi per celebrare il suo illustre concittadino attraverso una straordinaria esposizione di ricordi inediti, trofei, filmati delle partite più significative, foto degli esordi nei campi polverosi di Fusignano e della Bassa Romagna ed istantanee dei grandi trionfi delle squadre da lui allenate o dirette.[12]


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