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Ranieri Claudio

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Ranieri Claudio

Carriera

Claudio Ranieri
Claudio Ranieri Inter.jpg
Claudio Ranieri in conferenza stampa prima di CSKA Mosca-Inter del 27 settembre 2011
   
Dati biografici
Nazionalità Italia Italia
Altezza 180[1] cm
Peso 78[1] kg
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Dati agonistici
Ruolo Allenatore (ex difensore)
Squadra Monaco Monaco
Ritirato 1986 - giocatore
Carriera
Giovanili
1971-1972 Roma Roma
Squadre di club1
1972-1974 Roma Roma 6 (0)
1974-1982 Catanzaro Catanzaro 225 (8)
1982-1984 Catania Catania 92 (1)
1984-1986 Palermo Palermo 40 (0)
Carriera da allenatore
1986-1987 Vigor Lamezia Vigor Lamezia  
1987-1988 Campania Puteolana Campania Puteolana  
1988-1991 Cagliari Cagliari  
1991-1993 Napoli Napoli  
1993-1997 Fiorentina Fiorentina  
1997-1999 Valencia Valencia  
1999-2000 Atletico Madrid Atlético Madrid  
2000-2004 Chelsea Chelsea  
2004-2005 Valencia Valencia  
2007 Parma Parma  
2007-2009 Juventus Juventus  
2009-2011 Roma Roma  
2011-2012 Inter Inter  
2012- Monaco Monaco  

Carriera

Giocatore

Claudio Ranieri a Catanzaro nel 1981
Ranieri durante il periodo al Cagliari

Da calciatore ha vestito le maglie di Roma, Catanzaro, Catania e Palermo.

Comincia a giocare a calcio in giovanissima età, nell'oratorio di Piazza San Saba a Roma. Inizia come attaccante e a sedici anni viene arruolato dal Dodicesimo Giallorosso. Pochi anni dopo lo nota Helenio Herrera e viene tesserato per la Roma. A 17 anni, l'allenatore della Primavera giallorossa, Antonio Trebiciani, decide di cambiarlo di ruolo, trasformandolo in terzino.

Esordisce in Serie A il 4 novembre 1973 in Genoa-Roma (2-1) ed a lanciarlo è il tecnico Manlio Scopigno. Disputa 6 partite in campionato, per poi passare al Catanzaro dove, in pochi anni, si impone come un punto fermo della difesa dei giallorossi, diventando il giocatore del Catanzaro ad aver disputato più partite in Serie A con quella maglia: 128 tra il 1976 e il 1982.

Chiude la carriera in due squadre siciliane: Catania e Palermo.

Allenatore

« La mia vita è tutta un derby. Il derby, sotto certi aspetti, è la partita più facile perché è talmente vissuto dalla città e dalle tifoserie che un allenatore deve semplicemente controllare le emozioni: calmare l'ambiente, se c'è troppa euforia; tirarlo su quando è depresso.[2] »
(Claudio Ranieri sul tema del derby)

Gli inizi

Da allenatore ha iniziato nella categoria interregionale, guidando la Vigor Lamezia nel 1986 per poi guidare il Campania Puteolana in Serie C1. Inizia a mettersi in luce tra i professionisti alla guida del Cagliari, dove approda nel 1988, conquistando la Coppa Italia di Serie C e portando in due anni i sardi dalla Serie C alla Serie A e conquistando la salvezza nella massima serie nel 1990-1991 dopo che i risultati relegavano la squadra all'ultimo posto dopo 22 giornate.[4]

Nel 1991-1992 passa al Napoli: qui ottiene il primo anno il quarto posto che garantisce ai partenopei il ritorno in Europa. L'anno successivo, a novembre, viene esonerato da Corrado Ferlaino: un poker di Marco van Basten al San Paolo costano al tecnico testaccino il primo esonero in carriera; viene sostituito da Ottavio Bianchi.[5]

Fiorentina

Dopo l'esonero a Napoli, nella stagione 1993-1994 va a Firenze, per allenare una Fiorentina appena retrocessa. I viola ottenengono il primo posto nel campionato cadetto che garantisce il ritorno in Serie A. La stagione del ritorno in A si chiude al decimo posto. Nel 1995-1996, oltre al quarto posto raggiunto in campionato, i viola vincono la Coppa Italia, eliminando in semifinale l'Inter e battendo sia all'andata che al ritorno in finale l'Atalanta.

La stagione successiva si apre con la conquista della Supercoppa Italiana ai danni del Milan, e in Serie A arriva un nono posto; con questo risultato si chiude la sua avventura a Firenze dopo quattro stagioni e viene sostituito l'anno successivo da Alberto Malesani.

Le esperienze con Valencia, Atletico Madrid e Chelsea

Per la stagione 1997-1998 decide di accettare la proposta della società spagnola del Valencia, che aveva appena esonerato Jorge Valdano dopo tre sconfitte nelle prime tre partite della Liga e l'ultimo posto in classifica.[6] Conclude la prima stagione garantendo al Valencia il nono posto in classifica, che varrà alla sua squadra la partecipazione alla Coppa Intertoto 1998; che il Valencia vincerà in finale battendo in doppia sfida l'Austria Salisburgo e garantendosi così la partecipazione alla Coppa UEFA.

Nella stagione 1998-1999 il Valencia si classifica quarto qualificandosi per la Champions League della stagione successiva.[7] In Coppa UEFA il cammino si interrompe ai sedicesimi dove il Valencia viene eliminato dal Liverpool. Sempre in questa stagione riesce a vincere il suo primo trofeo estero conquistando la Coppa del Re (la coppa nazionale spagnola) battendo in finale l'Atletico Madrid per 3-0.

Nel 1999-2000 passa proprio all'Atletico Madrid, dal quale si separa otto mesi dopo l'inizio dell'avventura, in seguito alla sconfitta nei quarti di finale di Coppa UEFA con i francesi del Lens per 2-1, alla quale va aggiunta la posizione di classifica dell'Atletico Madrid che nella Liga spagnola si trovava al quint'ultimo posto in classifica. In conseguenza di ciò l'amministratore fallimentare dei colchoneros, subentrato al Presidente Jesús Gil in dicembre per i presunti illeciti fiscali di quest'ultimo, esonera il tecnico italiano.[8]

Nel 2000-2001 va in Inghilterra per guidare il Chelsea e qui quattro anni dopo raggiunge la semifinale di Champions League 2003-2004 ed il secondo posto in Premier League lo stesso anno. Ha diretto i blues per 199 partite ufficiali, riuscendo ad ottenere 107 vittorie. Viene sollevato dall'incarico dalla nuova società guidata da Roman Abramovich e sostituito da José Mourinho, dopo aver ottenuto l'accesso alla semifinale di Champions League, sconfitto poi dal Monaco.

L'8 giugno 2004 firma un contratto triennale per allenare il Valencia fresco vincitore della Coppa UEFA in sostituzione di Rafael Benítez, e, dopo la vittoria della Supercoppa Europea, viene esonerato nel febbraio 2005, in seguito all'eliminazione dalla Coppa UEFA da parte della Steaua Bucarest.

Il ritorno in Italia: il Parma

Ranieri al Parma

Dopo due anni di inattività e a dieci anni dall'ultima esperienza in Italia, torna ad allenare: il 12 febbraio 2007 accetta la proposta di Tommaso Ghirardi e prende il posto di Stefano Pioli sulla panchina del Parma. All'esordio la sua squadra subisce una sconfitta in Coppa UEFA contro lo Sporting Braga, seguito da altre due sconfitte per 1-0 contro la Sampdoria e nel ritorno di Coppa UEFA; in seguito ottiene quattro pareggi consecutivi, di cui tre in trasferta (con Ascoli, Udinese e Atalanta), dopo i quali arriva la prima vittoria, in casa contro il Siena (1-0). Dopo la sconfitta contro l'Inter, la squadra ottiene quattro vittorie ed un pareggio in cinque partite. Questo filotto di risultati è interrotto dalla sconfitta a Verona contro il ChievoVerona, ma, a seguito dei 4 punti ottenuti nelle ultime due partite (0-0 a Roma contro la Lazio e 3-1 casalingo contro l'Empoli), riesce a raggiungere la salvezza, venendo ritenuto il principale artefice.[9] Il tecnico lascia la società crociata il 31 maggio 2007, dopo l'amichevole pareggiata 1-1 contro il Carpenedolo, ex società gestita da Ghirardi.

Il biennio alla Juventus

Il 4 giugno 2007 viene ufficializzato l'ingaggio da parte della Juventus, che lo chiama a sostituire Didier Deschamps a seguito della promozione in Serie A, sulla base di un contratto triennale. Riporta la squadra in Champions League con quattro turni d'anticipo facendola piazzare terza in classifica. Il 26 agosto 2008 la Juventus ritorna, dopo due anni, in Europa superando gli slovacchi dell'Artmedia Bratislava nei preliminari di Champions League 2008-2009.

Ai risultati della prima parte di stagione, tra cui le due vittorie contro il Real Madrid nel girone europeo e quelle casalinghe contro Roma e Milan, si contrappone soprattutto la striscia di sette risultati negativi (sei pareggi ed una sconfitta in campionato, intervallati inoltre dalla sconfitta nel ritorno di semifinale di Coppa Italia contro la Lazio), e questo porta la società bianconera, il 18 maggio 2009, ad esonerare il tecnico, quando mancano due giornate al termine del campionato e la squadra è terza in classifica. La guida tecnica della squadra viene affidata a Ciro Ferrara, che raggiunge il secondo posto.

Il ritorno a Roma

Il 2 settembre 2009 diventa l'allenatore della Roma,[10] subentrando a Luciano Spalletti, dimessosi dopo le sconfitte con Genoa e Juventus nelle prime due giornate di campionato. Il tecnico, dopo una lunga carriera, ritorna così nella sua città natale, nella stessa società in cui era cresciuto e dove aveva mosso i primi passi da giocatore.

Il 6 dicembre 2009 vince per 1-0 il suo primo derby di Roma da allenatore.[11] L'11 aprile 2010 porta la Roma a superare la capolista Inter di un punto, battendo l'Atalanta per 2-1.

Il 18 aprile 2010 vince il secondo derby, battendo la Lazio per 2-1 correggendo in corsa l'impostazione tattica escludendo dalla gara due giocatori-simbolo come Francesco Totti e Daniele De Rossi. La mossa gli vale l'apprezzamento di gran parte della stampa sportiva[12] e dei suoi colleghi allenatori. Il 21 aprile 2010, nonostante la sconfitta per 1-0 ad Udine nella semifinale di ritorno, ma grazie alla vittoria 2-0 nella partita di andata, conduce la Roma alla sedicesima finale di Coppa Italia, disputata contro l'Inter e persa per 1-0.[13] Il 16 maggio 2010 chiude il campionato 2009-2010 al secondo posto con 80 punti (con la più alta media punti del campionato, avendo preso la squadra dopo le prime due partite di campionato) due in meno dell'Inter, dopo che per 37 minuti la squadra era stata campione virtuale.[14]

Il 20 febbraio 2011, dopo la sconfitta per 4-3 con il Genoa con la Roma che chiuse il primo tempo in vantaggio per 0-2, rassegna le dimissioni da allenatore della Roma[15] e viene sostituito, il giorno seguente, da Vincenzo Montella.[16][17]

Inter

Il 22 settembre 2011 sostituisce alla guida dell'Inter l'esonerato Gian Piero Gasperini firmando un contratto fino al 30 giugno 2013.[18] Lo staff tecnico è completato da Paolo Benetti e Christian Damiano (assistenti dell'allenatore), Giorgio Pellizzaro (allenatore dei portieri), Riccardo Capanna (responsabile dei preparatori atletici) e Michele Salzarulo (match analyst) che si aggiungono ai già presenti Giuseppe Baresi (vice allenatore), Daniele Bernazzani (assistente dell'allenatore) e Stefano Rapetti (preparatore atletico).[19] All'esordio sulla panchina nerazzurra ottiene la vittoria esterna per 3-1 sul campo del Bologna e il primo successo stagionale per l'Inter. Il 22 novembre supera il girone di Champions League da primo in classifica con 10 punti con un turno di anticipo pareggiando 1-1 contro il Trabzonspor. Il 3 dicembre perde la sua prima partita in questo mese dopo quindici anni (l'ultima persa risaliva al dicembre 1996) in casa contro l'Udinese per 0-1.[20] Il 15 gennaio 2012 vince il suo primo derby della Madonnina con il punteggio di 1-0. L'ultima squadra che era riuscita a battere il Milan in casa era stata proprio la Roma di Ranieri il 18 dicembre 2010.[21] Riesce poi anche ad eguagliare il suo stesso record di 7 vittorie consecutive in campionato il 22 gennaio nel 2-1 contro la Lazio[22], l'altro lo aveva ottenuto con la Roma nel 2009-2010[23], ma non riesce a fare il nuovo di record di 8 il 29 gennaio perché viene battuto dal Lecce di Serse Cosmi per 1-0.[24] Successivamente arriva una striscia di nove sconfitte consecutive fra Campionato, Coppa Italia e Champions League, conclusa con il pareggio in casa per 2-2 contro il Catania alla 26ª giornata. La squadra torna a vincere nell'incontro successivo, battendo per 0-2 il ChievoVerona. Quattro giorni dopo la squadra subisce l'eliminazione dalla Champions League per mano dei francesi del Marsiglia.

Il 26 marzo, a seguito anche alla sconfitta per 2-0 contro la Juventus e dell'ottavo posto in classifica, dopo poco più di sei mesi dall'inizio dell'avventura sulla panchina nerazzurra, l'Inter decide di risolvere il contratto con l'allenatore romano che viene così sostituito dal tecnico della squadra Primavera, Andrea Stramaccioni.[25]

Monaco

Il 29 maggio 2012 firma un contratto biennale con opzione per il terzo anno con la squadra francese del Monaco,[26] militante nella Ligue 2. L'11 maggio 2013 riporta il club monegasco in Ligue 1 con due giornate d'anticipo al termine di una stagione dominata.[27]

Commentatore televisivo

Il 10 agosto 2011, in occasione della partita amichevole tra Italia e Spagna, ha esordito come commentatore e opinionista televisivo di Rai Sport.[28]

Palmarès

Allenatore

Competizioni nazionali

Fiorentina: 1993-1994
Fiorentina: 1995-1996
Fiorentina: 1996
Valencia: 1998-1999
Cagliari: 1988-1989
Cagliari: 1988-1989
Monaco: 2012-2013

Competizioni internazionali

Valencia: 1998
Valencia: 2004

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