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Donadoni Roberto

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Donadoni Roberto
Donadoni Roberto Donadoni Roberto Donadoni Roberto Donadoni Roberto

Carriera

Roberto Donadoni
Roberto Donadoni - SSC Neapel (7).jpg
   
Dati biografici
Nazionalità Italia Italia
Altezza 173[1] cm
Peso 68[1] kg
Calcio Football pictogram.svg
Dati agonistici
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Squadra Parma Parma
Ritirato 2000 - giocatore
Carriera
Giovanili
1981-1982 Atalanta Atalanta
Squadre di club1
1982-1986 Atalanta Atalanta 96 (5)
1986-1996 Milan Milan 263 (18)
1996-1997 N.Y. MetroStars N.Y. MetroStars 49 (6)
1997-1999 Milan Milan 24 (0)
1999-2000 Al-Ittihad Al-Ittihad 15 (0)
Nazionale
1986-1996 Italia Italia 63 (5)
Carriera da allenatore
2001-2002 Lecco Lecco  
2002-2003 Livorno Livorno  
2003 Genoa Genoa  
2005-2006 Livorno Livorno  
2006-2008 Italia Italia  
2009 Napoli Napoli  
2010-2011 Cagliari Cagliari  
2012- Parma Parma  
Palmarès
W.Cup.svg  Mondiali di calcio
Bronzo Italia 1990
Argento Stati Uniti 1994
Roberto Donadoni (Cisano Bergamasco, 9 settembre 1963) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista, attuale tecnico del Parma.

Carriera

Giocatore

Club

Atalanta
Agli inizi della carriera con la maglia dell'Atalanta

Centrocampista di fascia destra, cominciò la sua carriera nell'Atalanta, con la quale disputò il campionato giovanile nella stagione 1981-1982 e quello di Serie B nell'annata seguente (18 presenze). L'Atalanta non riuscì a salire di categoria ma Donadoni rimase lo stesso con i nerazzurri, collezionando nella stagione 1983-1984 26 presenze (con due reti) ottenendo la promozione in Serie A. Con l'Atalanta, Donadoni disputò due anni da titolare nella massima serie.

Milan

Nell'estate del 1986 venne acquistato dal Milan (fu il primo acquisto gestito personalmente da Silvio Berlusconi) per 10 miliardi di lire.[3] Con il Milan rimase fino al 1996, inanellando una serie di trionfi e fu titolare praticamente inamovibile sia con Arrigo Sacchi che con Fabio Capello, vinse infatti sei scudetti (1987-1988, 1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1995-1996, 1998-1999), tre Coppe dei Campioni (1988-1989, 1989-1990, 1993-1994), due Coppe Intercontinentali (1989, 1990), tre Supercoppe europee (1989, 1990, 1994) e quattro Supercoppe italiane (1989, 1992, 1993, 1994).

Ultimi anni

Dopo due stagioni interlocutorie negli U.S.A. con i New York Metrostars, nell'agosto 1997 tornò al Milan. Restò con i rossoneri due anni, con 24 presenze in tutto e uno scudetto nella stagione successiva (quello di Alberto Zaccheroni), per poi varcare l'ultima frontiera: emigrare in Arabia Saudita per giocare nell'Al-Ittihad, con cui vinse l'ultimo scudetto della sua pluridecorata carriera. Nel 2000 si ritirò dal calcio giocato.

Nazionale

Donadoni fu anche, dal 1986 al 1996, un punto fermo della Nazionale italiana, sia negli anni di Azeglio Vicini (Europei 1988 e Mondiali 1990) che in quelli di Arrigo Sacchi (Mondiali 1994 e Europei 1996). Nel corso dei Mondiali 1990, nella semifinale contro l'Argentina in cui si dovette far ricorso ai calci di rigore, fu tra i rigoristi italiani che fallirono il tiro dal dischetto, e l'Italia non andò in finale.

Nel 1994, ai mondiali statunitensi, fu vice-campione del Mondo dopo la finale persa (ancora ai rigori, ma non fu lui a tirare) con il Brasile.

In tutto ha disputato 63 partite e segnato 5 gol, esordendo l'8 ottobre 1986 e giocando l'ultima gara in azzurro il 19 giugno 1996.

Allenatore

Inizi

Ottenuto il patentino di allenatore, iniziò dirigendo il Lecco, che nella stagione 2001-2002 guidò al 10º posto in Serie C1. L'anno seguente passò al Livorno, con cui fu 10º in Serie B. Non fu confermato dal presidente Aldo Spinelli, e quindi nell'annata 2003-2004 guidò il Genoa, sempre nella serie cadetta, ma dopo tre sconfitte in tre partite fu esonerato.

Livorno

Dopo un periodo di inattività di oltre un anno, nel gennaio 2005 è richiamato da Spinelli a Livorno per sostituire l'esonerato Franco Colomba. Alla sua prima esperienza da tecnico in Serie A, con gli amaranto conquista il 9º posto in classifica (Cristiano Lucarelli alla fine della stagione 2004-2005 risulta il capocannoniere con 24 gol). Confermato alla guida dei toscani anche per la stagione 2005-2006, si dimette nel febbraio 2006 dopo 23 giornate di campionato nonostante la sua squadra si trovasse al 5º posto.

Nazionale italiana

Il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano con Roberto Donadoni, Antonio Matarrese e Giancarlo Abete

Dopo le dimissioni di Marcello Lippi (avvenute subito dopo la conquista del Mondiale 2006), il 13 luglio 2006 Donadoni viene scelto dal Commissario straordinario della FIGC Guido Rossi e dal vice-Commissario straordinario Demetrio Albertini come nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana. La presentazione ufficiale avviene il 18 luglio.

Donadoni esordisce sulla panchina degli Azzurri il 16 agosto a Livorno, contro la Croazia, in un'amichevole in cui rimedia una sconfitta (0-2), proprio come i tre ct vincitori di un Mondiale con l'Italia: Vittorio Pozzo, Enzo Bearzot e Marcello Lippi. In quella partita l'unico campione del mondo presente era Marco Amelia, terzo portiere al Mondiale 2006, e il capitano fu Massimo Ambrosini. Il modulo scelto per lo schieramento è il 4-3-3, che utilizzerà quasi sempre durante il suo mandato.

Seguiranno il pareggio contro la Lituania (1-1) e la sconfitta contro la Francia (3-1), eguagliando Fulvio Bernardini che nel 1974 non ottenne nessuna vittoria nelle prime tre partite alla guida della Nazionale. L'Italia di Donadoni ha poi vinto sette delle successive otto partite (unico pareggio lo 0-0 a San Siro contro la Francia). Il 17 novembre 2007 vincendo per 2-1 contro la Scozia a Glasgow, la Nazionale compie un'impresa che prima non le era mai riuscita: si qualifica per il campionato d'Europa 2008 con un turno di anticipo.

All'esordio al campionato d'Europa 2008 l'Italia subisce una pesante sconfitta per 3-0 contro l'Olanda: si tratta, per la Nazionale, del peggior passivo in una partita d'esordio di una manifestazione. L'ultima sconfitta subita dagli italiani per 3-0 risaliva al 15 ottobre 1983, quando gli Azzurri erano stati battuti dalla Svezia nelle qualificazioni all'Europeo 1984.[4] Nelle seguenti partite del girone arrivano il pareggio contro la Romania (1-1) e la vittoria per 2-0 contro la Francia, che qualifica l'Italia al turno successivo. I quarti di finale contro la Spagna terminano (0-0) dopo i tempi supplementari, ma gli iberici eliminano l'Italia ai calci di rigore. La Nazionale non riesce a segnare nessun gol su azione nelle 4 partite disputate.

Il 26 giugno 2008 la FIGC dichiara esaurito il rapporto del ct con la Federazione[5] e richiama in suo luogo Marcello Lippi.

Nei suoi due anni alla guida della Nazionale, Donadoni ha inserito nel gruppo volti nuovi come Chiellini, Aquilani e Quagliarella e ha recuperato giocatori di maggiore esperienza come Ambrosini, Di Natale e Panucci. Termina la sua esperienza da allenatore degli Azzurri con un bilancio di 13 vittorie, 5 pareggi e 5 sconfitte in 23 partite disputate. Nelle gare ufficiali con dei punti in palio ha collezionato due sconfitte, contro la Francia nelle qualificazioni europee, e contro l'Olanda nella prima partita del Campionato Europeo.

Napoli

Il 10 marzo 2009 viene ingaggiato come allenatore del Napoli in sostituzione di Edy Reja ,[6] firmando un contratto fino al 2011. Esordisce sulla panchina azzurra il 15 marzo 2009 nella trasferta contro la Reggina, terminata 1-1.[7] Al San Paolo esordisce contro il Milan, sua ex squadra, ottenendo un pareggio per 0-0. Il suo primo successo sulla panchina partenopea arriva il 26 aprile 2009, con la vittoria per 1-0 contro l'Inter al San Paolo.[8] Sotto la sua guida, nel complesso, nelle restanti 11 partite di campionato il Napoli raccoglie 11 punti, frutto di 2 vittorie, 5 pareggi e 4 sconfitte, chiudendo la stagione al 12º posto con 46 punti.

Nel torneo 2009-2010 raccoglie 7 punti nelle prime 7 partite e il 6 ottobre 2009 viene sollevato dall'incarico e sostituito con Walter Mazzarri. Nella sua breve esperienza sul Golfo, in 19 panchine tra campionato e Coppa Italia raccoglie 5 vittorie, 6 pareggi e 8 sconfitte.

Cagliari

Il 15 novembre 2010 subentra a Pierpaolo Bisoli alla guida del Cagliari. Appena arrivato alla guida del Cagliari, ottiene, con la sua nuova squadra, due vittorie consecutive: il 21 novembre a Brescia (1-2 risultato finale) e il 28 novembre in casa contro il Lecce (3-2 alla fine della partita). Il 5 dicembre 2010 subisce la sua prima sconfitta in trasferta contro la Fiorentina (1-0 il risultato finale). Dopo quasi quattro mesi dall'ottenimento dell'incarico ottiene il suo primo pareggio nella trasferta contro il Bologna, per opera di un gol siglato a tempo scaduto dal giovane uruguaiano dei felsinei Gastón Ramírez.

Inizialmente confermato per la stagione 2011-2012, viene invece esonerato il 12 agosto[9] per disaccordi con il presidente del club Cellino legati al mercato della società ed in particolare al mancato acquisto del giocatore David Suazo. L'honduregno, che si allenava con il Cagliari - con il quale si era detto pronto a firmare un contratto in "bianco" - una volta scaricato dal presidente della squadra sarda, è stato poi tesserato dal Catania.

Parma

Il 9 gennaio 2012 viene ingaggiato come allenatore del FC Parma in sostituzione di Franco Colomba, firmando un contratto fino al 30 giugno 2013.[10] All'esordio ufficiale sulla panchina del Parma, batte il Siena di Sannino con il punteggio di 3-1. Alla fine della stagione il Parma si qualifica settimo insieme con la Roma; La stagione successiva ottiene il rinnovo di contratto per un altro anno e la salvezza conquistata con quattro giornate di anticipo nonostante un buon girone di andata.

 

Palmarès

Giocatore

Club

Competizioni nazionali
Milan: 1987-1988, 1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1995-1996, 1998-1999
Milan: 1988, 1992, 1993, 1994
Al-Ittihad: 1999-2000
Competizioni internazionali
Milan: 1988-1989, 1989-1990, 1993-1994
Milan: 1989, 1990, 1994
Milan: 1989, 1990
 

Onorificenze

Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana
  — Roma, 30 settembre 1991. Di iniziativa del Presidente della Repubblica.[11]

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