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Capello Fabio

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Capello Fabio
Capello Fabio Capello Fabio Capello Fabio Capello Fabio

Carriera

Fabio Capello
Fabio Capello 2012.jpg
Capello nel 2012
   
Dati biografici
Nazionalità Italia Italia
Altezza 174 cm
Calcio Football pictogram.svg
Dati agonistici
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Squadra Russia Russia
Ritirato 1980 - giocatore
Carriera
Giovanili
1962-1964 SPAL SPAL
Squadre di club1
1964-1967 SPAL SPAL 49 (3)
1967-1970 Roma Roma 62 (11)
1970-1976 Juventus Juventus 165 (27)
1976-1980 Milan Milan 65 (4)
Nazionale
1969-?
1972-1976
Italia Italia B[1]
Italia Italia
3 (0)
32 (8)
Carriera da allenatore
1982-1986 Milan Milan Primavera
1987 Milan Milan  
1991-1996 Milan Milan  
1996-1997 Real Madrid Real Madrid  
1997-1998 Milan Milan  
1999-2004 Roma Roma  
2004-2006 Juventus Juventus  
2006-2007 Real Madrid Real Madrid  
2007-2012 Inghilterra Inghilterra  
2012- Russia Russia  

Carriera

Giocatore

Capello da calciatore

Nipote d'arte (suo zio materno era Mario Tortul,[2][3] mezzala di Sampdoria, Triestina, Padova e Nazionale negli anni cinquanta e sessanta), Fabio Capello inizia a giocare a calcio nelle squadra di Pieris (frazione di San Canzian d'Isonzo), dove era nato.[2] Successivamente viene scoperto da Paolo Mazza che lo porta a Ferrara, dove trascorre due anni nelle giovanili della SPAL.[2] Esordisce in prima squadra il 29 marzo 1964, a diciotto anni, nella partita di Serie A persa per 3-1 in casa della Sampdoria.[2][4]

Nel 1967 viene acquistato per 260 milioni di lire dalla Roma guidata da Helenio Herrera,[2] con la quale due stagioni dopo conquista il primo trofeo, la Coppa Italia.

La società capitolina lo cede quindi alla Juventus, squadra in cui inizia a vincere con regolarità (tre scudetti, nel 1972, 1973 e 1975).[1] Nel frattempo, precisamente il 13 maggio 1972, esordisce nella Nazionale italiana contro il Belgio[1] e ne diviene una presenza fissa nella prima metà degli anni settanta, totalizzando 32 presenze e 8 reti.[1] Tra le sue numerose prestazioni di valore, spicca negli annali il gol segnato il 14 novembre del 1973 grazie al quale l'Italia vince per la prima volta nella sua storia in casa dell'Inghilterra, a Wembley.[4]

Nel 1976 lascia la Juventus per accasarsi al Milan, dove chiude la carriera da calciatore nel 1980 dopo aver vinto una Coppa Italia nel 1977 e uno scudetto nel 1979.[1]

Allenatore

Già pluridecorato come calciatore, Fabio Capello ha raccolto ancora di più da allenatore, portando al successo società blasonate quali il Milan, il Real Madrid, la Roma e la Juventus.[5]

Milan

Dopo una parentesi nel Milan Primavera (coronata con la vittoria della Coppa Italia Primavera 1984-1985), inizia ad allenare i rossoneri in Serie A alla fine della stagione 1986-1987, guidando la squadra durante le ultime 6 partite dell'annata. In quell'occasione sostituisce l'esonerato Nils Liedholm[6] e garantisce la qualificazione in Coppa UEFA dopo un vittorioso spareggio contro la Sampdoria.[7] Segue un periodo da dirigente della sezione hockey della Polisportiva Mediolanum.[8]

Capello abbandona nuovamente la scrivania in favore del campo quando il Milan nel 1991 ha necessità di sostituire Arrigo Sacchi, chiamato a dirigere la Nazionale italiana. Accolto da un'iniziale perplessità per la sua scarsa esperienza in panchina ed etichettato frettolosamente come uno yesman dei vertici societari,[9] Capello inaugura uno dei più prolifici cicli di vittorie della sponda rossonera di Milano. Fra il 1991 e il 1996, infatti, il Milan allenato dal bisiaco centra quattro scudetti di cui tre consecutivi (1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1995-1996) e una Champions League (1993-1994)[10] e altre due finali perse della massima competizione continentale per club nel 1993 e nel 1995, stabilendo numerosi primati tra cui il maggior numero di risultati utili consecutivi in Serie A (58 partite senza sconfitte).[6][11]

Real Madrid e ritorno al Milan

Nell'estate del 1996 Capello viene ingaggiato dal Real Madrid del presidente Lorenzo Sanz per risollevare le sorti di una squadra, piazzatasi quinta nella stagione precedente, e non classificatasi per le competizioni europee. La stagione vede un continuo testa a testa con il Barcellona di Bobby Robson e Ronaldo e alla fine è proprio il Real Madrid a prevalere conquistando la Liga.[6][10] Per Capello si tratta del quinto campionato vinto in sei stagioni.

Dopo la vittoria del campionato spagnolo, nel 1997, Capello viene richiamato alla guida del Milan per rifondare una squadra reduce da una stagione fallimentare[6] terminata all'undicesimo posto. Il club milanese conclude il campionato al decimo posto e con il conseguente allontanamento del tecnico friulano. In Coppa Italia, dopo un cammino culminato nella vittoria sull'Inter per 5-0, la squadra perde in finale contro la Lazio (1-0 all'andata e 1-3 nel ritorno).[6]

Roma

Dopo un anno di inattività, nell'estate del 1999 viene ingaggiato dalla Roma del presidente Franco Sensi in sostituzione di Zdeněk Zeman.

La prima stagione (1999-2000) si chiude con un 6º posto in campionato, mentre in quella seguente (2000-2001) l'allenatore friulano conduce la squadra (rinforzatasi in estate soprattutto con gli acquisti di Batistuta, Emerson e Samuel e trascinata da Totti e dalla decisività di Montella) alla conquista del terzo scudetto della sua storia, avvenuta dopo un 3-1 al Parma all'ultima giornata. Capello diventa così il primo allenatore italiano a laurearsi campione d'Italia alla guida della squadra capitolina.[12] Nello stesso anno vince la Supercoppa italiana (la prima della storia giallorossa), con un 3-0 ai danni della Fiorentina.

Nel suo trascorso romanista conta sette derby di Roma vinti (5 in campionato e 2 in Coppa Italia), due secondi posti in campionato (2001-2002 e 2003-2004) e una finale di Coppa Italia (2002-2003).

Juventus

Capello firma un autografo ai tempi in cui era allenatore della Juventus

Ripercorrendo il cammino fatto da giocatore, nell'estate del 2004 diventa l'allenatore della Juventus. Il suo viene visto come un tradimento dai tifosi romanisti tenuto conto del fatto che fu lo stesso Capello a dire pubblicamente che mai avrebbe allenato la squadra torinese.[13]

È lo scontro diretto terminato 0-1 per la Juventus, ai danni del Milan di Carlo Ancelotti, a decidere il campionato 2004-2005 in favore degli uomini di Capello.[14]

Anche la stagione successiva, seppur iniziata malamente con la sconfitta in Supercoppa italiana contro l'Inter per 0-1 dopo i tempi supplementari, si concluderà con la vittoria dello scudetto (ventinovesimo della storia bianconera e ottavo in carriera per Capello) dopo uno 0-2 alla Reggina sul neutro di Bari. I due titoli verranno poi revocati a seguito dello scandalo di "Calciopoli" scoppiato a maggio del 2006.

Alla Juventus, Capello valorizza lo svedese Zlatan Ibrahimović mentre vive un rapporto conflittuale con il capitano della squadra Alessandro Del Piero, che viene impiegato con minor frequenza rispetto al passato.[15]

Il ritorno al Real Madrid

Capello alla sua seconda esperienza a Madrid

In piena bufera del calcio italiano il neo-presidente madrileno Ramón Calderón designa, a dieci anni di distanza, Fabio Capello come nuovo allenatore del Real Madrid. Dopo un'iniziale periodo di difficoltà, la squadra ottiene una serie di buoni risultati e, al termine di un duello con il Barcellona conquista la Liga all'ultima giornata di campionato, contro il Maiorca.[16]

Dopo la vittoria in campionato, Capello viene esonerato il 26 giugno 2007.[17] Durante la sua permanenza nella squadra, Capello mette fuori squadra Ronaldo, David Beckham e Antonio Cassano.[18]

Nazionale inglese

A seguito della mancata qualificazione dell'Inghilterra agli Europei del 2008, il 14 dicembre 2007 la FA annuncia l'ingaggio di Fabio Capello come nuovo commissario tecnico della Nazionale dei Tre leoni; il tecnico friulano firma un contratto di quattro anni e mezzo[19] per la cifra di circa 6 milioni di sterline a stagione (circa 8 milioni di euro).[20][21] Gli assistenti sono Italo Galbiati come allenatore in seconda, Franco Tancredi come preparatore dei portieri, Massimo Neri come preparatore atletico e Franco Baldini[19] (con Capello già alla Roma e al Real Madrid) come general manager.[22][23]

Esordisce sulla panchina inglese il 6 febbraio 2008 nell'amichevole contro la Svizzera a Wembley terminata 2-1 per la compagine britannica.[24] Nella prima partita ufficiale della gestione Capello, l'Inghilterra ottiene la vittoria contro l'Andorra. L'Inghilterra alla fine otterrà la qualificazione ai Mondiali sudafricani con nove vittorie in dieci incontri, di cui le prime otto consecutive. Le performance della squadra inglese permette a Capello di arrivare al secondo posto (dietro Vicente del Bosque), nella classifica stilata da IFFHS, come miglior CT del 2009.[25]

Il 1º giugno 2010 rinnova fino al 2012, nonostante le avances da parte dell'Inter di Massimo Moratti.[26] Nel Mondiale del 2010 l'Inghilterra, dopo un girone eliminatorio con due pareggi contro Stati Uniti (1-1) e Algeria (0-0) e una vittoria contro la Slovenia per 1-0, viene eliminata negli ottavi di finale dalla Germania a seguito della sconfitta per 4-1.[27]

Il 2 luglio 2010 la Federazione inglese annuncia sul proprio sito ufficiale la riconferma definitiva di Fabio Capello alla guida della Nazionale inglese.[28] Nelle qualificazioni all'Europeo 2012 l'Inghilterra chiude al primo posto il proprio girone con 5 vittorie e tre pareggi, guadagnando l'accesso alla fase finale in Polonia e Ucraina.

L'8 febbraio 2012 Capello rassegna le proprie dimissioni da CT dell'Inghilterra dopo la decisione della FA di togliere la fascia di capitano a John Terry[29] a seguito dell'accusa al calciatore britannico di aver rivolto insulti razzisti ad Anton Ferdinand,[30] scelta criticata da Capello in un'intervista alla trasmissione di Rai 1 5 minuti di recupero.[31][32] Capello detiene il record di allenatore della Nazionale inglese con la più alta percentuale di vittorie (66%) sul numero di partite disputate.[33]

Nazionale russa

Il 19 luglio 2012 diventa ufficialmente il nuovo commissario tecnico della Nazionale russa,[34] sottoscrivendo un contratto fino al 2014[35] da 7,8 milioni di euro lordi l'anno (6,8 al netto delle imposte), che lo rende il terzo allenatore più pagato al mondo dopo José Mourinho e Carlo Ancelotti.[36] Fa il suo esordio sulla panchina russa il 15 agosto seguente, in occasione dell'amichevole pareggiata per 1-1 contro la Costa d'Avorio a Mosca.[37][38]

Nelle qualificazioni al Mondiale 2014 raggiunge l'accesso diretto ai gironi qualificandosi primo nel gruppo F (davanti al Portogallo, qualificato agli spareggi).[39]

Il 24 gennaio 2014 ha prolungato il suo contratto con la Nazionale russa fino al 2018.[40]

 

Opinionista televisivo

Per diverso tempo Capello è stato un apprezzato commentatore televisivo: esordì nel 1983 a Telemontecarlo affiancando Luigi Colombo, alternandosi con José Altafini e Giacomo Bulgarelli,[41] per poi passare alla Fininvest e a Tele Capodistria.[42] Nell'annata 1998-1999 è stato commentatore della RAI, affiancando Bruno Pizzul durante le partite dell'Italia, ruolo che tornò a svolgere nel 2007, prima di trasferirsi in Inghilterra.

Palmarès

Allenatore

Competizioni nazionali

Milan: 1984-1985
Milan: 1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1995-1996
Roma: 2000-2001
Juventus: 2004-2005[50]
Milan: 1992, 1993, 1994
Roma: 2001
Real Madrid: 1996-1997, 2006-2007

Competizioni internazionali

Milan: 1993-1994
Milan: 1994

Individuale

1991-1992, 1993-1994, 2000-2001
Miglior allenatore: 2005

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