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Cacciatori Massimo: Docente

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Cacciatori Massimo: Docente
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Carriera

Massimo Cacciatori
Massimo Cacciatori.jpg
   
Dati biografici
Nazionalità Italia Italia
Altezza 178[1] cm
Peso 73[1] kg
Calcio Football pictogram.svg
Dati agonistici
Ruolo Allenatore (ex portiere)
Carriera
Giovanili
1965-1967 Ascoli Ascoli
Squadre di club1
1967-1968 Ascoli Ascoli 0 (-0)
1968-1969 Inter Inter 0 (-0)
1969-1970 Cagliari Cagliari 0 (-0)
1970-1972 Inter Inter 0 (-0)
1972-1978 Sampdoria Sampdoria 177 (-?)
1978-1985 Lazio Lazio 68 (-?)
1985-1987 Gubbio Gubbio 76 (-?)
Nazionale
 ?-? Italia Italia Sperimentale 1 (-?)
Carriera da allenatore
1991-1993 Ascoli Ascoli  
1995-1996 Ancona Ancona  
1996-1997 Teramo Teramo  
1997-1998 Ascoli Ascoli  
1999-2000 Gualdo Gualdo  
2000-2001 Campobasso Campobasso  
Massimo Cacciatori (Ascoli Piceno, 4 maggio 1951) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo portiere.

Carriera

Giocatore

Cresciuto nel Del Duca Ascoli, in seguito fa la riserva nelle file dell'Inter, con una parentesi nel Cagliari del vittorioso campionato 1969-1970[senza fonte].

Nel 1972 viene acquistato dalla Sampdoria, squadra con la quale esordisce in Serie A nella partita pareggiata per 0-0 in casa del Palermo nel campionato 1972-1973.

Dopo sei campionati con i blucerchiati, il patron Umberto Lenzini della Lazio decide di portarlo a Roma alla squadra biancoceleste per sostituire Claudio Garella, portiere che in seguito avrebbe vinto il tricolore con le maglie di Hellas Verona e Napoli. Assieme a Cacciatori, arrivò come secondo portiere, dal Modena, Bruno Fantini, in sostituzione di Giuseppe Avagliano. Cacciatori fu così titolare della Lazio per i campionati 1978-1979 e 1979-1980.

In quel primo anno con la Lazio, all'Olimpico il 9 maggio 1979, gli fu parato il rigore decisivo da Lorenzo Frison, estremo difensore del Palermo, nella gara di ritorno dei quarti di finale della Coppa Italia, conclusasi 5-4 per il Palermo dopo i tempi supplementari (terminati sullo 0-0, come i 90' della partita d'andata): Cacciatori fu spinto a tirare quel rigore in quanto invocato dalla Curva Nord, per aver parato all'ex giocatore laziale Vito Chimenti il quinto calcio di rigore.[2] Tre giorni prima, in campionato, il portiere laziale aveva parato un altro rigore, al giocatore del Perugia Gianfranco Casarsa, specialista che tirava da fermo.[3]

Nella successiva stagione calcistica 1979-1980, del portiere laziale si ricorda una prestazione a Torino contro la Juventus che permise ai biancocelesti di concludere sullo 0-0 e al tecnico juventino Giovanni Trapattoni di definire "prodigiosi" gli interventi di Cacciatori.[4] Alcuni giorni dopo, in una domenica piovosa, il 23 marzo 1980, al termine di Pescara-Lazio (2-0), in un maxi-blitz della Guardia di Finanza, Massimo Cacciatori viene arrestato, prelevato da un cellulare direttamente allo stadio, assieme ai compagni di squadra Bruno Giordano, Lionello Manfredonia e Giuseppe Wilson, per quello che fu definito il cosiddetto scandalo del "calcio scommesse", che coinvolse anche il presidente del Milan, Felice Colombo, ed i calciatori rossoneri Enrico Albertosi e Giorgio Morini, oltre ad alcuni di Perugia, Palermo e Genoa. Coinvolti in questo giro di risultati addomesticati anche Franco Cordova, Oscar Damiani, Paolo Rossi e Giuseppe Savoldi. L'accusa per tutti è di truffa ai danni degli scommettitori del Totocalcio. Lazio e Milan vengono retrocesse in Serie B, Cacciatori viene in un primo momento radiato, poi la pena è ridotta a cinque anni di squalifica, ma ritornò a giocare dopo la vittoria della Nazionale italiana ai Mondiali spagnoli.

Così, con la Lazio ancora in Serie B, durante la stagione vittoriosa del 1982-1983, Cacciatori è reintegrato nella rosa a 32 anni, e per volontà del nuovo presidente Giorgio Chinaglia, è di nuovo titolare all'avvio della stagione in serie A del 1983-1984.[5] L'8 gennaio 1984, dopo l'incontro Lazio-Pisa, in cui la squadra capitolina uscì sconfitta per 0-1, Cacciatori si infortuna e viene sostituito da Fernando Orsi. L'alto rendimento di quest'ultimo nelle successive partite ed il contemporaneo risollevarsi della Lazio dalla zona retrocessione, inducono il mister argentino Juan Carlos Morrone a non utilizzare il portiere ascolano. La stagione termina così con l'ingresso in campo all'88' dell'ultima partita di campionato a Pisa: la Lazio, in vantaggio per 2-1, e con quel risultato salva, due minuti dopo l'entrata di Cacciatori, al 90', subisce il gol di Ferruccio Mariani. Nonostante il pareggio la Lazio comunque è salva al 13º posto, l'ultimo delle non retrocesse.

La successiva stagione, quella della retrocessione dei biancocelesti in B, è vissuta da Cacciatori interamente in panchina.

Il portiere marchigiano termina la sua carriera agonistica in Serie C2 a Gubbio.

Allenatore

Al termine della sua carriera agonistica Cacciatori ha conseguito il patentino di Allenatore di Prima Categoria. Ha allenato ad Ascoli, Ancona, Gualdo, Teramo e Campobasso.

Dal 2001 è docente di "tecnica del portiere" alla Scuola Allenatori F.I.G.C. di Coverciano.

Curiosità

Nel 2004 ha scritto un libro di testo per il suddetto corso: "Il portiere moderno: preparazione fisica, tecnica e tattica con programma generale di lavoro" (Lìbrati Editrice - Con illustrazioni di Emidio Giovannozzi).[6]

Palmarès

Giocatore

Cagliari: 1969-1970
Inter: 1970-1971

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